Arriva un momento nell’età adulta in cui si avverte il desiderio di raccontare la propria storia di vita. Per fare un po’ d’ordine dentro di sé e capire il presente; per ritrovare emozioni perdute e sapere come si è diventati, chi dobbiamo ringraziare o dimenticare. Quando questo bisogno ci sorprende, l’autobiografia di quel che abbiamo fatto, amato, sofferto, inizia a prendere forma. Diventa scrittura di sé e alimenta l’esaltante passione di voler lasciare traccia di noi a chi verrà dopo o ci sarà accanto. Sperimentiamo così il “pensiero autobiografico”, che richiede lavoro, coraggio, metodo, ma procura, al contempo, non poco benessere.
Duccio Demetrio
Il metodo autobiografico utilizza lo strumento della scrittura di sé ed è in grado di generare benessere: nel raccontare il proprio passato, si ritrova un sollievo che aiuta ad affermare la propria identità, ricomporre differenti dimensioni della propria esperienza attraverso l’introspezione; trasformare queste stesse esperienze attraverso la costruzione individuale e personale di una trama esistenziale che dispone a pensare se stessi e concepirsi insieme agli altri.
Le edizioni del laboratorio autobiografico sono state realizzate con il contributo e il patrocinio del Comune di Calci (PI):
- Il cantiere della memoria (2015)
- Il gusto della memoria e il baule dei ricordi (2016)
- Nonno raccontami i 150 anni del comune di Calci (2017)